Non ho resistito (complice anche la mia bravissima collega Carmen Ciclamini).. ed ho voluto scrivere due righe pure io in merito al cane che tira al guinzaglio. Tormentone di ogni post e discussione cinofila :p
Dicevamo: “se il tuo cane tira al guinzaglio…”
Probabilmente ha ragione!
Già perché noi diamo per scontato che il cane, una volta messo il collare ed attaccato il guinzaglio, faccia tutto quel che gli chiediamo… Come se fosse una convenzione sancita e condivisa tra le parti.
In realtà non è così e ad aggiungere problemi alla mancata finalità di intenti ci mettiamo una nostra erronea visione dello strumento. Perché di strumento si parla e come tale serve saperlo usare ma ancor prima serve capire quale sia la sua vera funzione. Altrimenti il rischio è di improvvisarsi a fare cose con la convinzione di saper quel che si fa ed ottenere solo frustrazione.
Il guinzaglio non è uno strumento di controllo, non serve per comandare il cane. È uno strumento di relazione e sicurezza.
Relazione perché collega i due soggetti destinati ad interagire in egual modo e sicurezza poiché serve per evitare e gestire situazioni pericolose.
La meraviglia della nostra lingua è il potere che le parole hanno di evocare sensazioni ed emozioni e, già a pensarci, relazione ci racconta una storia diversa da controllo. Visualizziamo un tipo di esperienza diversa, più serena e meno conflittuale. Ecco abbiamo già fatto il primo passo verso una passeggiata semplice ed allegra in buona compagnia 😀
Ma quindi come fare per chiedere al nostro compagno di avventura di seguirci e venire dove vogliamo noi? Per prima cosa serve familiarizzare con lo strumento, ne esistono di tanti tipi e misure… io consiglio di partire con il guinzaglio da 3 metri ripiegabile che diventa di 1,5 in caso di necessità (nb. mai il flexi.. quello fa solo danni e magari più avanti si capirà il perché).
Serve impostare poi una corretta postura per prevenire eventuali dolori alle spalle e braccia e poi, mettere tutto da parte e stare ad osservare il proprio cane, libero. Perché la relazione nasce dalla comprensione, di quel che amiamo fare e quindi del perché lo facciamo. Dedicare del tempo ad imparare a conoscere li proprio amico non solo è fondamentale ma porta a grandi sorprese e motivi di orgoglio – ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo 😛 -.
Dall’osservazione si passa alla comprensione ed allora scopriamo che al nostro cane piace annusare un sacco quando si va in giro, scoprire e perlustrare.. oppure capiamo che alla pizza proprio non sa dire di no e così poi ripensiamo alle passeggiate fatte e capiamo meglio che quando tirava per andare a sinistra mentre noi dovevamo andare a destra era perché il fornaio stava preparando l’impasto del pane o che la pioggia della sera precedente aveva reso le superfici più umide e quindi gli odori sono più forti ed intensi e quindi più interessanti. Insomma si comincia a capire che il tirare, l’andare a zig-zag non erano cose a caso ma precise intenzioni e manifestazioni di interesse.
E qui la svolta.. l’interesse. Per evitare che il cane tiri, dobbiamo diventare noi sempre più interessanti e farlo poi porta vantaggi su tutto, perché se noi siamo interessanti anche il richiamo è più semplice, se gli chiediamo di fare qualche cosa lui sarà più contento di farlo perché sarà una richiesta di collaborazione e non un ordine.. insomma… Più noi capiamo loro, più sapremo come renderci interessanti e condividere esperienze e momenti felici e quindi perché no…
Oggi che “papà umano” deve andare a portare le cose in tintoria si cammina e si va dove vuole lui.. più tardi quando ci sarà l’uscita per me… “papà” mi seguirà o meglio andremo assieme dove voglio io!
Insomma.. ci vuole un po’ di tempo.. pratica e qualche dritta, ed è qui che entra in campo l’educatore cinofilo, ma poi si può davvero risolvere quel che ci pare un problema, magari scoprendo che la pizza di quel fornaio dal lato opposto della strada è la migliore 😛
***
Se anche il tuo compare peloso tira o se vuoi cominciare a conoscerlo meglio.. io sono qui ^__^
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